Il Salento disponeva, fin dai tempi antichi, di notevoli risorse che gli permettevano di essere sempre presente nei maggiori mercati di scambio italiani ed europei. I primi prodotti di questa terra, e certamente  i più pregiati, ad essere commerciati, furono l’olio e il vino.Molti popoli, solcando il Mediterraneo, giunsero lungo le coste di questo territorio che prosperava di uliveti e di vigneti, e rimasero colpiti per la loro ottima qualità.

I Fenici barattarono le loro mercanzie con il nostro vino, ripartendo con grossi carichi per il rinomato mercato di Sibari, importante centro, crogiolo di merci e di affari. Successivamente, i Greci invasero i litorali pugliesi e, rendendosi subito conto del valore delle vigne di questa regione, si prodigarono affinché questo gustoso nettare potesse deliziare le loro mense. La crescita della produzione di tali “beni”, la si deve soprattutto ai monaci Basiliani, i quali, giunti nel Salento nell’XI secolo, si preoccuparono di incrementare l’agricoltura, piantando, su larga scala, alberi di ulivo e incentivando la coltura della vite. Da antiche pergamene si evince che l’uva veniva lavorata presso alcuni eremi esistenti nella zona, tra i quali quello di S. Mauro, a Gallipoli. Il vino prodotto dai monaci acquisì, ben presto, un alto valore commerciale in Oriente. Anche i Ragusani importavano le loro merci nei porti di Terra d’Otranto e imbarcavano vino, in recipienti di legno, e olio, in otri di pelle di capra.